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Gemmoterapia
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Gemmoterapia

Sviluppo storico
La gemmoterapia (o meristemoterapia) è una branca della fitoterapia che utilizza gli estratti idrogliceralcolici ottenuti da germogli e tessuti embrionali vegetali freschi. La macerazione in solvente composto da una miscela di alcol e glicerina è un metodo estrattivo più dolce rispetto a quello dei fitoterapici classici (p.es la tintura, ottenuta con solvente alcol e acqua), che ne rispetta i più delicati principi attivi e determina un tenore alcolico molto più debole nel preparato finale.
Si utilizzano: gemme, giovani getti, giovani radici, boccioli, amenti, scorze interne di giovani rami e radici, i semi e qualsiasi altro tessuto embrionale. Essenzialmente è preso in considerazione lo strato arboreo e arbustivo della FORESTA MEDIOEUROPEA.

Le gemme sono usate in terapia dall’antichità. L’Ayurveda le utilizza da secoli; nel 7° libro dell Atharvaveda, dove sono classificati i vegetali, sono descritte anche le gemme. Galeno, nel II° secolo, preparava l’Acopon, un balsamo vulnerario ottenuto lasciando macerare le gemme di Pioppo in olio per tre mesi. Paracelso individuava nelle diverse parti (nelle gemme, nelle foglie ecc.) della pianta l’azione di forze diverse. Anche Rudolf Steiner, insieme alla Dr.ssa Ita Wegman, iniziatore della Medicina Antroposofica, descrisse ed utilizzò nella prassi terapeutica profondissime analogie tra l’uomo e la pianta, e precise forze che ne caratterizzano il funzionamento dinamico ed armonico.

Il medico belga Pol Henry si è dedicato, per primo, allo studio e alla sperimentazione dei gemmoderivati. Egli è l’ideatore, negli anni ’50, della gemmoterapia così come oggi la intendiamo. A lui si deve la proposta e l’elaborazione di questo metodo terapeutico fondato sul ragionamento analogico, che è quello che informa anche l’approccio omeopatico, trovandone poi le necessarie conferme sul piano farmacologico e clinico.

Egli infatti ha preconizzato l’uso di questi preparati basandosi sul presupposto che le piante, in questa particolare fase del loro primo sviluppo, contengano sostanze con caratteristiche irripetibili sia in termini di qualità che per quantità. I suoi studi, in seguito, sono stati approfonditi, sia da un punto di vista clinico che da un punto di vista sperimentale, da studiosi francesi quali Martin, Netien, Paqualet, Bergeret e Tetau.

In particolare, al professore Netien dell’Università di Lione, si devono i severi controlli di laboratorio sui gemmoderivati e l’indagine per la ricerca e il dosaggio di alcuni principi attivi.
Sono così stati evidenziati nei tessuti embrionali vegetali componenti quali le auxine e le gibberelline, fattori di crescita, enzimi, proteine e acidi nucleici (DNA, RNA), constatando altresì che molti di tali specifici principi attivi, contenuti in notevole quantità nelle gemme, si ritrovano, spesso, solo in tracce nelle parti adulte delle piante.

Preparazione
Le parti vegetali fresche, raccolte nel loro tempo balsamico, di solito l’inizio della primavera, ripulite e triturate, sono sottoposte alla determinazione del grado di umidità poi macerate per tre settimane in una miscela di alcool e glicerina. Seguono una decantazione seguita da una filtrazione sotto pressione costante, a questa operazione si fa seguire un riposo del filtrato per 48 ore ed una ulteriore filtrazione. Si ottiene così il Macerato Glicerico (M.G.) di base dal quale con opportuna diluizione si otterrà il prodotto pronto per l’uso.

Utilizzi
L’impiego dei gemmoderivati è tenuto in particolare considerazione nella pratica fitoterapica ed omeopatica.

Le logiche che possono far preferire il ricorso ai gemmo terapici rispondono a 3 approcci: drenante (di frequente riscontro, spesso viene sfruttata questa azione come preparazione o a complemento di terapie omeopatiche più strutturate), clinico (ogni gemmoderivato possiede delle proprietà terapeutiche che lo rendono adatto a combattere le malattie o le affezioni per cui è indicato), e analogico (che qui citiamo solamente).

II drenaggio (di cui dobbiamo termine e metodo al medico svizzero Antoine Nebel) indica una azione di eliminazine dall’organismo di “tossine” endogene (scorie del normale metabolismo) ed esogene presenti nell’organismo verso gli organi filtro (fegato, polmone, reni, pelle, intestino, ecc.). In questo modo l’organismo ha aperte le vie d’uscita che permettono una depurazione profonda che ha senso sia come preparazione a ulteriori cure sia come disintossicazione stagionale o periodica. Comunque, indipendentemente dalla possibile associazione fra gemmoterapia e omeopatia, i gemmoderivati utilizzati da soli spesso consentono il raggiungimento di risultati terapeutici molto interessanti.

Nella tecnica del drenaggio i Gemmoderivati vengono usualmente prescritti a dosi particolari, comunque da personalizzare.

I principali tipi di drenaggio, nelle loro diverse specifiche applicazioni, che è possibile effettuare sono: drenaggio arterioso, cardiaco, cerebro-vascolare, linfatico, biliare, del colon, intestinale, surrenale, cutaneo, gastrico, epatico, immunitario, metabolico, osteo-articolare, pancreatico, renale, prostatico, polmonare, sistema reticolo endoteliale, della milza, tiroideo, uterino, testicolare, venoso.
È possibile anche utilizzare delle formule naturali che associano sia estratti fitoterapici “classici” che gemmoderivati.

Cenni sulla sperimentazione
Le proprietà dei gemmoderivati hanno avuto un riscontro sia clinico che sperimentale.
Valgano a mero titolo di esempio:
  • L’attività di stimolazione sul sistema reticolo-endoteliale posseduta dalle gemme di Betula pubescens è stata dimostrata grazie ai test di Halpern. Tale test, utilizzato in allergologia, permette di caratterizzare l’azione di un medicamento sul sistema reticolo endoteliale, misurando la velocità di assorbimento di particelle di carbone colloidale fissate dalle cellule reticolo-endoteliali del ratto.
  • A comprova delle azioni vantate la velocità di depurazione del sangue dei ratti aumenta del 37% dopo somministrazione di gemme di Betula.
  • Un altro studio di sicuro interesse è quello eseguito sulle gemme di Ribes nigrum col quale si è dimostrata la diversa composizione delle gemme rispetto alle foglie della pianta adulta, essendo le gemme sono molto più ricche in aminoacidi, vitamina C, antocianosidi e flavonoidi. Pertanto è stata formulata l’ipotesi sulla attività terapeutica del gemmo derivato, a cui sono seguite varie verifiche sperimentali mediante vari test: il test della resistenza al freddo, quello dell’edema piantare indotto con formolo e quello di Burcek. Ciò ha così permesso di concludere che le gemme di Ribes sono dotate di una azione stimolante sulla corteccia surrenale e posseggono una notevole attività inibitrice nei riguardi dei processi infiammatori.

Come si usano i gemmoterapici
I prodotti gemmoterapici sono disponibili in macerato glicerico alla diluizione 1 DH: ciò sta ad indicare che una parte del preparato di base viene diluita con 9 parti di una miscela contenente 50 parti di glicerina, 30 parti di alcool e 20 parti di acqua.
I gemmoderivati vanno conservati al riparo dalla luce in recipienti ben chiusi. La dose usuale può variare notevolmente in funzione dello specifico gemmoterapico, dell’età, acuzie o cronicità, ecc.


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